Gladio behind the Bologna massacre

Pubblichiamo un intervento di Alfio Bernabei, dalla sezione ANPI UK & Ireland.

La strage del 2 agosto 1980 alla stazione ferroviaria di Bologna, quando una bomba piazzata dai fascisti uccise 85 persone, tra cui due studenti britannici, Catherine Mitchell e John Andrew Kolpinski, sarà ricordata in questo 45° anniversario con la consueta cerimonia sotto l’orologio con le lancette congelate alle 10.25, il momento dell’esplosione.

Ma un passo significativo verso la giustizia è stato compiuto dopo la sentenza del 1° luglio della Corte Suprema di Cassazione che ha confermato la condanna all’ergastolo per Paolo Bellini, colpevole dell’atrocità insieme a Francesca Mambro, Valerio Fioravanti, Gilberto Cavallini e Luigi Ciavardini.

I cinque agivano su istruzioni ricevute da membri e affiliati della Loggia Massonica P2, guidata da Licio Gelli, che a loro volta lavoravano per l’operazione clandestina sponsorizzata dalla NATO, denominata in codice Gladio e Stay Behind.

Le istituzioni governative italiane, compresi i servizi segreti, erano di fatto diventate subordinate ad attori militari stranieri determinati a mantenere l’Italia nella sfera d’influenza occidentale. Un’eventuale partecipazione comunista al governo non poteva essere consentita in un Paese membro della NATO. La strategia della tensione fu adottata per mantenere l’Italia paralizzata dalla paura e dal disorientamento, mentre la minaccia di un colpo di stato militare aleggiava nell’aria, portando la tendenza di sinistra a perdere slancio.

Bellini era un membro di Gladio. Parlò in sua difesa durante il processo, lasciando intendere di essere conosciuto da personaggi di alto rango. Uno di questi era Francesco Cossiga, che fu Primo Ministro e poi Presidente della Repubblica. Cossiga ebbe un ruolo in Gladio, che descrisse come avente sede nel Regno Unito, in Cornovaglia. Il figlio di Bellini, Guido, ricorda un telegramma che suo padre inviò a Cossiga, rivolgendosi a lui con termini fraterni.

Assassino confesso di almeno undici uomini, Bellini fu addestrato come pilota, trascorrendo anche un periodo in California con un passaporto falso. Un periodo non da poco, se si considera che Gelli era in ottimi rapporti con la Casa Bianca. Poteva prendere il telefono e cercare Alexander Haig, Segretario di Stato. Fu invitato all’insediamento di due presidenti ed era in contatto con lo staff di Richard Nixon, Jimmy Carter e Ronald Reagan. Organizzò i pagamenti per alcuni coinvolti nell’attentato di Bologna.

Pur essendo relativamente soddisfatto che Bellini sia stato incastrato come il probabile responsabile del trasporto dell’esplosivo in centrale, Paolo Bolognesi, presidente uscente dell’Associazione Familiari delle Vittime, che ha sempre chiesto giustizia, si prepara a tornare sotto l’orologio fuori dalla stazione. Ha fatto sapere cosa dirà: “Andiamo avanti!”, andiamo avanti “finché non verrà fatta luce sui vertici di chi ha pianificato la strategia della tensione con l’uccisione di innocenti”.